Qualche giorno fa, eravamo su Netflix, alla ricerca di un film interessante o di qualche nuova serie di cui fare binge-watching. Il catalogo è davvero immenso, ma ci siamo imbattuti, come molti altri spettatori, in un titolo che ci ha molto incuriositi – non lo neghiamo, il motivo è stato soprattutto il nome dell’host: Down to Earth with Zac Efron (Zac Efron: Con i piedi per terra, in italiano).
Si tratta di una mini-serie di 8 episodi, un docu-reality nel quale il celebre attore statunitense Zac Efron, accompagnato dall’amico Darin Olien – imprenditore e autore del libro Superlife –, viaggia per il mondo e visita tanti loci amoeni, alla ricerca dei segreti per condurre uno stile di vita saltare per il nostro organismo e sostenibile per il nostro pianeta.
Due degli episodi, in particolare, hanno catturato la nostra attenzione, perché sono dedicati a terre che da sempre ci stanno molto a cuore.
La prima è la Sardegna, orgoglio italiano che non solo vanta una tradizione alimentare secolare, ma è anche la regione dove vive il maggior numero di centenari nel mondo. Il tema della puntata, alla fine, è proprio questo: quali sono le abitudini alimentari e quali gli stili di vita che contribuiscono alla longevità?
L’ultimo episodio della serie, invece, vola oltreoceano e sbarca in Perù, più precisamente a Iquitos, città nel nord-est del Paese e capitale della regione di Loreto. Perché siamo legati al Perù? Da anni SMG Meeting collabora con enti peruviani per la produzione sostenibile e localizzata di alcune delle materie prime alimentari che utilizziamo nei nostri piatti. Tra questi, ci sono i superfood, i super cibi ricchi di sostanze nutritive che sono al centro di questo episodio e di cui abbiamo già avuto occasione di parlare qui e qui.
Approfondiamo insieme queste due terre e i segreti che custodiscono…
La Sardegna e i segreti della longevità
Quando Zac e Darin visitano la Sardegna, hanno in mente un obiettivo molto chiaro: scoprire qual è la ricetta della longevità. Infatti, proprio il paese di Seulo, in provincia di Nuoro, ha registrato un numero di 20 centenari tra il 1996 e il 2016 – 20 centenari in 20 anni. Questo dato ha conferito al piccolo centro il titolo di paese più longevo al mondo.
Diversi studi hanno già indagato la correlazione tra la longevità, l’alimentazione e lo stile di vita della popolazione sarda, tipicamente caratteristici di un luogo insulare e, in molti dei casi, rurale. Queste ricerche sono state condotte dal Dr. Gianni Pes e dal Dr. Valter Longo, che sono ospiti di questa puntata (di quest’ultimo ci siamo già interessati in questo articolo).
Insieme ai protagonisti del documentario, andiamo quindi in visita ad alcuni paesi dell’isola, identificati da Pes come “Zone Blu”. I territorio con questo nome sono diffusi in alcune aree specifiche del mondo – il nome deriva semplicemente dal fatto che, sulle mappe usate durante le sue ricerche, il dottore segnava in penna blu le zone del mondo in cui la concentrazione di centenari superava le sue aspettative – la Sardegna era praticamente tutta blu.
Le motivazioni si fanno risalire a un mix di fattori genetici, ambientali e alimentari. Questi ultimi comportano una dieta povera di carne e dal giusto livello di proteine, che spesso, oggi, vengono invece consumate in eccesso. Longo afferma che c’è una tendenza del mondo occidentale a categorizzare il cibo come giusto o sbagliato.
Carboidrati? Cattivi.
Proteine. Buone.
Grassi? Prima cattivi, poi buoni, poi ancora cattivi.
La cosa migliore è mangiare di tutto un po’, la giusta quantità, e abbinarla a uno stile di vita attivo, anche in tarda età, e libero dallo stress.
Ma allo stesso tempo, ci si pone una domanda più scientifica: è possibile identificare, nei soggetti così longevi, una qualche mutazione genetica? E se sì, questa può essere isolata e innestata in altri soggetti per prolungare la vita umana? La questione rimane in sospeso e, in attesa di una risposta, possiamo prendere esempio dallo stile di vita che si conduce nelle Zone Blu.
Iquitos, la natura selvaggia e i superfood
Lungo la costa peruviana del Rio delle Amazzoni sorge Iquitos, il maggiore centro urbano della regione di Loreto, definito una vera e propria “metropoli dell’Amazzonia”.
È il punto più agevole per accedere alla Foresta Amazzonica, alle sue terre selvagge e ai suoi frutti dai grandi poteri nutrizionali. Infatti, in questa zona crescono spontaneamente innumerevoli superfood: dagli alberi di camu camu (frutto ricchissimo di vitamina C), all’unghia di gatto (un’erba medicinale dalle proprietà antinfiammatorie), al latte di bataua (che si ricava da una specifica palma), per citarne alcuni.
Dagli usi medicinali a quelli alimentari, le specie di piante che si trovano nei pressi di Iquitos sono più di 17.000 e quelle dell’intera Amazzonia superano le 40.000.
L’episodio è incentrato, stavolta, sul tema della sostenibilità: ci si domanda come sviluppare modelli di coltivazione, ma soprattutto di raccolta e di commercializzazione di questi prodotti, nel rispetto del loro habitat naturale. Da un lato, infatti, la terra regala spontaneamente un’ampissima varietà di superfood, più o meno conosciuti, ma dai grandi benefici; dall’altro, però, per raccoglierli, è necessario trovare delle metodologie che non vadano a danneggiare le piante e il loro ecosistema.
L’attenzione e il rispetto per la natura che ci circonda sono tematiche messe ancora più in rilievo dal momento in cui vengono trattate nel docu-reality: i due protagonisti vengono informati dei disastrosi incendi in California, che hanno distrutto la casa di Olien.
Un’esortazione per il futuro
Alla fine del documentario, una volta che il viaggio si è concluso, è tempo di riflettere. Efron e Olien, e noi con loro, possiamo guadagnare una consapevolezza in più, riguardo a quello che mangiamo. È importante interessarci del cibo che mettiamo in tavola e del modo in cui questo è stato prodotto, se nel rispetto o meno dell’ambiente e dei lavoratori.
Come dice Olien, «dobbiamo capire quanto è vulnerabile il nostro pianeta e quanto è profondo il nostro impatto sul mondo», perché «una vita sana sa di principi».
Noi di SMG Meeting condividiamo queste parole e la ricerca di un’offerta alimentare equilibrata, salutare e sostenibile è ciò che caratterizza il nostro catering, studiato nel dettaglio per coniugare la qualità della filiera con le vostre esigenze.
Siete curiosi di saperne di più? Visitate smgmeeting.com.